Sostenibilità: pubblicata la Direttiva europea contro il greenwashing e l'obsolescenza precoce
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Sostenibilità: pubblicata la Direttiva europea contro il greenwashing e l'obsolescenza precoce
È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’ UE la Direttiva 2024/825 del 28 febbraio 2024, che introduce nuove disposizioni per contrastare il greenwashing (la tecnica di marketing che tenta di capitalizzare la crescente domanda di prodotti e comportamenti a basso impatto ambientale accendendo i riflettori su azioni che in realtà non sono autentiche, ma promosse al solo scopo di mostrarsi più “sostenibili”) e l'obsolescenza precoce dei prodotti al fine di proteggere i consumatori da pratiche commerciali ingannevoli e aiutarli a compiere scelte di acquisto più informate e sostenibili.
La direttiva è entrata in vigore oggi, con recepimento da parte degli Stati membri entro due anni e applicazione delle disposizioni a partire dal 27 settembre 2026 prevedendo:
- Il divieto di pratiche commerciali sleali legate al greenwashing, come utilizzare marchi di sostenibilità non basati su sistemi di certificazione o non stabiliti da autorità pubbliche, formulare asserzioni ambientali generiche senza prove scientifiche (es. "con ridotto impatto ambientale", "biodegradabile", "minime emissioni di CO2"), generalizzare ad un intero prodotto o servizio caratteristiche ambientali che riguardano solo un suo determinato aspetto (es. prodotto "riciclato" solo in parte), affermare la neutralità climatica di un prodotto esclusivamente in base alla compensazione delle emissioni di gas serra, presentare requisiti legali come se fossero una pratica utile supplementare (es. "non testato sugli animali" per cosmetici).
- Il divieto di pratiche commerciali sleali legate all'obsolescenza precoce, come fornire indicazioni sulla durata dei prodotti non corrispondenti al vero, spingere alla sostituzione dei beni di consumo prima del necessario, affermare falsamente la riparabilità di un prodotto
- La targhettizzazione specifica sull’etichettatura dei prodotti, come il divieto dell'uso di indicazioni ambientali generiche in assenza di prove scientifiche (Ciò limita non solo le asserzioni pubblicitarie generiche ma anche quelli apposte sulle etichette), l’obbligo di sostenere ogni asserzione relativa a benefici ambientali futuri con impegni di sostenibilità concreti e verificati da enti indipendenti, l’autorizzazione ai marchi di sostenibilità solo se basati su sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche
La Direttiva 2024/825 deve essere vista come uno strumento volto a contribuire all’applicazione del “Green Deal” (il Green Deal europeo si pone l’obiettivo di promuovere la totale decarbonizzazione dell’Europa, accompagnando la trasformazione economica e industriale che tale processo necessariamente implica, e garantendo al tempo stesso l’inclusività sociale dell’intero processo) e a tutelare i consumatori, i quali verranno maggiormente protetti da pratiche commerciali ingannevoli e avranno a disposizione informazioni più affidabili sulla base delle quali procedere ad acquisti più consapevoli e sostenibili.






