Edilizia, la locomotiva silenziosa della ripresa: crescita record del +44,5% in cinque anni ma la sfida green è ancora una chimera
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Edilizia, la locomotiva silenziosa della ripresa
Il settore registra una crescita record del +44,5% in cinque anni ma la sfida green è ancora una chimera
Segnali di tenuta per il comparto delle costruzioni: secondo le stime della Banca d’Italia aggiornate ad aprile, nel 2025 gli investimenti nel settore torneranno in positivo (+0,2%), correggendo nettamente al rialzo il -3,3% previsto solo a dicembre. Il traino? Da un lato il recupero del potere d’acquisto delle famiglie, dall’altro la spinta del PNRR.
A supportare queste previsioni ottimistiche c'è la ricerca dell’Ufficio Studi di Confartigianato che rileva come nel 2024, gli investimenti in fabbricati non residenziali e altre opere sono cresciuti dell’8,6%, performance legata principalmente alla spesa pubblica del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’edilizia si è infatti rivelata un motore essenziale per la ripresa post-Covid: tra il 2019 e il 2024 il valore aggiunto complessivo in Italia è aumentato del 6,1%, ma quello delle costruzioni ha segnato un balzo del +44,5%, in netto contrasto con la stagnazione europea (-0,6%).
Crescita territoriale a doppia cifra
L’analisi territoriale di Confartigianato mostra una crescita dell’8,2% del valore aggiunto delle costruzioni nel 2023. Il Centro e il Mezzogiorno trainano il risultato, con punte oltre il 10% in regioni come Lazio (+13,1%), Abruzzo (+12,9%), Trentino-Alto Adige (+12,3%) e Basilicata (+10%).

Il ruolo dell’artigianato
Decisivo il contributo dell’artigianato, che nel 2021 ha rappresentato il 31% del valore aggiunto del comparto edilizio. In alcune regioni questa quota supera anche un terzo, come in Valle d’Aosta (50%), Liguria (41%) e Puglia (35,8%). A livello provinciale, spiccano Rieti (47,9%), Imperia (47,4%) e Livorno (44,3%).
La sfida green e gli ostacoli fiscali
Il futuro dell’edilizia italiana si giocherà sulla direttiva europea 2024/1275 relativa alla prestazione energetica. Nota come “Case Green”, la Direttiva mira a decarbonizzare il patrimonio edilizio europeo entro il 2050, riducendo significativamente i consumi energetici e le emissioni di gas serra degli edifici. Rientrano tra i suoi obiettivi la Trasformazione di tutti gli edifici UE in strutture a emissioni zero, attraverso la riqualificazione energetica e l'adozione di fonti rinnovabili entro il 2050, le nuove costruzioni ad emissioni zero (dal 2028 per gli edifici pubblici di nuova costruzione e dal 2030 per tutte le nuove costruzioni residenziali e la riduzione dei consumi energetici negli edifici esistenti (-16% dal 2030)
E’ indubbio che con il 68% del patrimonio abitativo costruito prima del 1980, l’UE chiede ora una forte accelerazione sulla riqualificazione energetica tuttavia, la manovra di bilancio 2025 rischia di frenare la corsa, tagliando le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni.
L’allarme lanciato da Confartigianato è più che legittimo: senza incentivi stabili, gli obiettivi climatici rischiano di restare una lettera di intenti.





