






Venerdì 28 marzo il Consiglio dei Ministri ha deciso di prorogare l’entrata in vigore dell’obbligo di stipulare polizze contro le calamità naturali. La proroga non si applica in maniera uniforme a tutte le imprese poiché il termine è differito al primo ottobre 2025 per le medie imprese e al primo gennaio 2026 per le piccole e micro aziende. Rimane invece fermo al primo aprile il termine per le grandi imprese, per le quali però non scatteranno per ora le sanzioni per chi non si adegua.
“Apprezziamo la sensibilità del Governo che, nel prevedere la proroga ha compreso la necessità di offrire più tempo per individuare soluzioni e risposte adeguate alle esigenze delle micro e piccole imprese”. Questo il commento del Presidente di Confartigianato Marco Granelli che ha sottolineato “l’importanza di utilizzare la proroga per fare chiarezza su molti aspetti ancora oscuri del decreto attuativo dell’obbligo di assicurazione: beni da assicurare, danni da risarcire, confrontabilità delle offerte delle assicurazioni. Un impegno che ci auguriamo possa iniziare fin dal tavolo convocato lunedì 31 marzo dal Ministero delle Imprese e del made in Italy con le Organizzazioni imprenditoriali e Ania (l’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici) con l’obiettivo di consentire a 4 milioni di imprese di scegliere e stipulare polizze chiare, trasparenti e che garantiscano risarcimenti equi e commisurati al danno”.
In queste ultime settimane, il Presidente di Confartigianato era ripetutamente intervenuto per sottolineare che “il decreto sull’obbligo di assicurazione contro le calamità naturali e gli eventi catastrofali è inapplicabile”, chiedendo che prevalga il buon senso e che si intervenga con un rinvio dell’entrata in vigore per chiarirne tutti gli aspetti e costruire polizze adatte alle esigenze delle imprese”.
Granelli ha espresso le preoccupazioni di oltre 4 milioni di imprenditori alle prese con un provvedimento che, oltre a comportare un esborso di almeno 2 miliardi di euro, non offre certezza sui beni da assicurare, su quali danni verranno risarciti, sulla confrontabilità delle offerte da parte delle assicurazioni.
“Tanti interrogativi – spiega Granelli – che Confartigianato ha subito indicato ma che non sono stati sciolti nel pur lungo tempo intercorso tra l’emanazione della norma primaria e il decreto ministeriale attuativo uscito soltanto il 28 febbraio, a un mese dall’entrata in vigore. Ora, è più che mai urgente trovare soluzioni concrete, percorribili e realmente utili per coprire questa tipologia di rischi”.
Tra i punti oscuri Confartigianato ha evidenziato che i danni da precipitazioni intense che sono sempre più frequenti e devastano molte zone del nostro Paese sono esclusi da questa polizza. Così come non è indicata una classificazione e una mappa dei ‘territori a rischio’ e ciò porterebbe ad una applicazione disomogenea e arbitraria nelle aree vulnerabili del Paese con costi diversi e ingiustificati delle polizze a carico delle imprese. E ancora, cosa devono assicurare quei piccoli imprenditori che dispongono di beni strumentali e attrezzature di valore modesto e non hanno una sede fissa? Come ci si regola per i beni acquistati in leasing? Come si gestiscono le relazioni assicurative tra proprietario delle mura e locatario?” .
In queste condizioni, un’impresa oggi non può valutare la correttezza dei prezzi offerti dalle compagnie di assicurazione. Ma c’è di più: le imprese che non sottoscriveranno l’assicurazione contro le calamità naturali saranno escluse da contributi, sovvenzioni o agevolazioni pubbliche, anche quelle di ristoro decise in caso di eventi calamitosi e catastrofali. In questo modo, potrebbero anche crearsi difficoltà di accesso ai finanziamenti bancari supportati dal Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese.